Ho trovato molto interesante leggere questi commenti su "The Passion" da un sito web dove si parla del cinema e la televisione per le famiglie e i figli. In Italia la censura ha decretato che il film è per tutti. Questo sito -ci dice Franco Olearo, il suo Editore- e' dedicato a chi ama il cinema ("a chi come noi va al cinematografo o si guarda un DVD a casa non perche' vuol passare due ore di sospensione dalla realta' ma, al contrario, perche' riesce a emozionarsi, a sognare, a riflettere su quel che ci viene mostrato sullo schermo o sul piccolo monitor del video.") ed e' dedicato alla famiglia ("ai genitori ed ai figli perche' possano capire se un determinato film, nelle sale, in home video o alla televisione, possa costituire un interessante motivo di discussione.") Franco Olearo ("La Folla del XXI Secolo" e "Family Cinema & Tv") : "I genitori dovranno decidere, riguardo ai loro ragazzi adolescenti, chi può serenamente inquadrare la violenza rappresentata nel contesto più profondo che le viene dato in questo film. La censura italiana ha decretato che il film è per tutti. E' un caso di coerenza nell'errore: se Gangs of New York, così terribilmente violento, era passato senza restrizioni , questo film andava almeno qualificato come non adatto ai minori di 14 anni." Armando Fumagalli (per concessione di "Studi Cattolici"): "Una meditazione sulla Via Crucis. Ma una meditazione che utilizza splendidamente tutti i mezzi che le più alte professionalità cinematografiche di oggi possono apportare, per attingere un livello di realismo rappresentativo e di intensità emotiva mai raggiunto prima. Il film di Gibson non è un trattato di teologia cattolica né un’illustrazione completa del cattolicesimo, ma –appunto- una Via Crucis cinematografica, così come annuncia il titolo stesso dell’opera. E come suggerito dalla Chiesa per le Viae Crucis contemporanee, contiene un chiaro annunzio della Resurrezione." Emanuela Genovese ("Family Cinema & Tv"): "Colpisce il film di Gibson, colpisce fino in fondo perché “la verità – come dice Claudia Procula, a suo marito Pilato – la può intendere solo chi vuole ascoltarla”; e anche le persone più lontane da Dio non rimangono impassibili di fronte ad un Uomo, che ha dato la sua vita per spiegare agli uomini fino a dove arriva il suo amore. Abbiamo assistito ad una prima di questo film ed è difficile dimenticare il silenzio e la commozione di quella sala…" Stefano Mastrobuoni ("Family Cinema & TV"): "“La Passione di Cristo” non è un film banale, perché non è banale l’argomento che tratta, la passione di Nostro Signore. E’ un film duro, violento ma perché così deve essere stata la flagellazione, la via del calvario e la crocifissione di Cristo, come si deduce non solo dai vangeli ma anche dai documenti degli storici su come i romani sottoponevano a tortura i condannati delle province. Prima di adesso forse non avevamo mai immaginato veramente la passione, forse molti di noi avevano un’idea un po' stilizzata della flagellazione, della corona di spine e della crocifissione. |
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